Nel Parco Archeologico della Neapolis, essa si sviluppa internamente a forma di “S” per 65 metri, è alta 23 metri e larga da 5 a 11. Lungo il tetto vi è un’incanalatura quadrata che raccoglie i suoni sottostanti e li convoglia in una cameretta posta sopra la cava. Questa cameretta era inaccessibile, ma alla fine dell’Ottocento, si è aperta una via dal terreno soprastante e i visitatori possono attestare il vero delle meraviglie acustiche che riporta questa grotta.
Lo storico Tucidide e lo stesso Cicerone sostengono che la caverna fu scavata dal tiranno Dionisio per farne una prigione. La tradizione aggiunge che la caverna fu così architettata perché anche il minimo bisbiglio dei prigionieri fosse udibile nella cameretta, ove il tiranno o i suoi aiutanti sarebbero stati in ascolto. In realtà, questa tradizione è nata nei primi anni del Seicento, quando il pittore Caravaggio, visitando la caverna, osservò che somigliava a un orecchio umano, e suggerì che forse era stata costruita per lo scopo di cui sopra. L'idea piacque e passò di bocca in bocca, finché arrivò a essere creduta implicitamente.
E’ però difficile che la tradizione abbia un fondamento. Qualche esperimento sul campo ha dimostrato che, perché l’eco si ripercuota, bisogna avvicinarsi alle pareti del muro; se poi a parlare sono due o più persone, l’eco giunge alla cameretta come un suono del tutto indistinto e indecifrabile. Comunque, viva la tradizione, che desta la curiosità e qualcosa di vero talvolta nasconde.